Progetto di scienza dei cittadini per monitorare gli attrezzi da pesca scartati

Una nuova app, Pesce&Clic, sviluppato dall'Ifremer (Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare) nell'ambito del progetto INdIGO, consente alle persone di contribuire a un inventario degli attrezzi da pesca smarriti trovati in mare e sulla costa. Si spera che questa azione contribuisca a ridurre l'impatto dell'inquinamento da plastica generato dal settore della pesca sugli ecosistemi marini.

Si chiede alle persone di tenere d'occhio reti, trappole, funi, cime, ancore o boe e di registrarle sul App.

Una volta che Fish&Click è stato compilato con luogo, data e categoria del materiale trovato, gli organizzatori chiedono alle persone di ritirare l'attrezzatura e di smaltirla responsabilmente.

Le registrazioni creeranno un database statisticamente solido e fruibile. Da ciò, verrà creata una mappa per determinare la distribuzione dei rifiuti plastici marini generati dalle attività di pesca e sarà sviluppato un inventario della situazione nell'area della Manica, formando una linea di base per verificare se la sfida di ridurre l'inquinamento plastico dalla pesca nel area di studio entro il 2030, è stata soddisfatta.

Il progetto INdIGO, guidato dall'Università della Bretagna meridionale, mira a sviluppare attrezzi da pesca biodegradabili per ridurre l'inquinamento da plastica.

"Nel 2018, gli attrezzi da pesca (reti, trappole...) hanno rappresentato il 27% dei rifiuti marini di plastica trovati sulle spiagge europee", afferma Laetitia Miquerol, capo progetto presso Ifremer.

“In mare, sono responsabili della cosiddetta pesca fantasma e continuano a intrappolare animali marini quando vengono persi o abbandonati. Un altro effetto indesiderato è che a causa dell'azione delle onde e dei raggi UV, si scompongono in microplastiche che le specie marine possono ingerire. Influiscono quindi sulla salute dell'intera catena alimentare nell'oceano”.

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