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I principali organismi marini mondiali chiedono condizioni commerciali più eque in seguito alle ricadute tariffarie

Bandiere USA-UE

British Marine, l'International Council of Marine Industry Associations (ICOMIA), l'European Boating Industry (EBI) e la National Marine Manufacturers Association (NMMA) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si chiede una maggiore cooperazione internazionale per garantire condizioni commerciali eque e prevedibili nel settore della nautica da diporto globale.

Nella dichiarazione congiunta, le quattro principali organizzazioni mondiali del commercio marittimo sottolineano che la pesca ricreativa costruzione di barche ha da tempo contribuito in modo significativo alle economie e alle culture, ma dipende da catene di approvvigionamento affidabili e flussi transfrontalieri costanti di materiali e componenti. Osservano che i regimi tariffari in evoluzione - innescato dalla capricciosa politica commerciale globale del presidente Trump — stanno creando rischi che incidono sia sulla crescita economica che sull’occupazione.

Negli Stati Uniti, la nautica e la pesca contribuiscono all'economia del settore ricreativo all'aperto, che vale 1.2 trilioni di dollari, generando 230 miliardi di dollari all'anno. In Europa, il settore della nautica e del turismo nautico fa parte dell'economia blu da 890 miliardi di euro e rappresenta uno dei maggiori settori di esportazione europei. Nel Regno Unito, in Australia e in tutta la regione indo-pacifica, le piccole e medie imprese (PMI) sono fortemente rappresentate nel settore nautico.

La dichiarazione sottolinea che ogni dollaro di spesa diretta nel settore genera ulteriori 60 centesimi di attività economica correlata, mentre ogni due posti di lavoro nel settore ne sostengono almeno uno in più nelle industrie collegate. La progettazione, la costruzione e la distribuzione di imbarcazioni, insieme alla fornitura di materie prime e componenti, sostengono una forza lavoro altamente qualificata.

Le PMI costituiscono la maggioranza del settore a livello mondiale. Nell'UE, il 96% dei partecipanti è costituito da piccole imprese a conduzione locale, che impiegano direttamente oltre 280,000 persone in 32,000 aziende. Negli Stati Uniti, il 93% delle imprese del settore marittimo è costituito da piccole imprese, che complessivamente impiegano oltre 800,000 persone.

Oltre al loro ruolo economico, le organizzazioni sottolineano che queste aziende sostengono anche lo sport, il turismo, il tempo libero, il patrimonio e la tradizione. Chiedono congiuntamente quadri normativi armonizzati per garantire condizioni più eque per il commercio internazionale e ridurre le barriere, in particolare in materia di tariffe, sicurezza, standard e accesso.

"In qualità di rappresentanti dell'industria nautica da diporto globale, invitiamo pertanto i nostri rispettivi governi a sostenere un contesto operativo aziendale che garantisca scambi commerciali equi e prevedibili. La nautica è un motore significativo dell'attività economica, a livello locale, nazionale e globale", si legge nella dichiarazione.

La dichiarazione prosegue: "Ma per avere successo, richiedono certezza aziendale a livello globale, nazionale e locale. Perseguendo un commercio equo e prevedibile che riduca i dazi e abbatta le barriere commerciali, insieme a scenari operativi più armonizzati in materia di sicurezza, accesso, standard e altri protocolli, i nostri governi possono sostenere reciprocamente i nostri specifici interessi e i numerosi mercati in cui operano le nostre aziende".

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